Dare corpo all'anima
Compromessi, pressioni familiari, pressioni lavorative, esigenze livellatrici della comunità o delle leggi del mercato, tutte istanze che ci allontanano dalla nostra anima, la parte più profonda di noi stessi, che ci conosce da prima che iniziassimo a camminare e che ne conserva memoria ed emozioni.
Talvolta preferiamo non ricordare neppure, tanto è doloroso il farlo, come se sentissimo di aver tradito noi stessi nell’accantonare i nostri desideri e il riaprire quei cassetti fosse un ulteriore fardello che si aggiunge a tutti i problemi…in fondo è già abbastanza difficile la situazione attuale…ci manca solo il backup dell’anima! E mentre tremiamo nel prevederci già intenti a giudicare la nostra esistenza intera, ci rassicuriamo che, in fondo, va bene così!...anche se non va bene così, e per l’ennesima volta quella vocina resta senza ascolto…anche se non ci abbandonerà nemmeno questa ennesima volta.
La nostra anima è amore e ne’ si stuferà di sussurrare ne’ ci abbandonerà … resterà in attesa di essere liberata dallo stesso copione, prima o poi, nella nostra vita.
Come attori ricopriamo un ruolo senza possederne un copione che ci dica cosa fare, senza possibilità di imparare le scene o fare un secondo ciack. Ci troviamo nel terreno dell’improvvisazione, senza sapere cosa succederà dopo e come andrà a finire. E come gli attori dobbiamo cogliere le opportunità che si presentano per non rimanere bloccati in quel ruolo.
Dall’unione del teatro, in particolare dell’improvvisazione e della psicologia un percorso corporeo ed emozionale per conoscere le proprie maschere, di cui l’anima ha bisogno per vestirsi e muoversi nel mondo, ma senza rimanerne intrappolati.
Maschere personali e maschere collettive che solo nella conoscenza con la nostra anima possono coesistere senza oscurare il nostro volto, e lasciarci vivere una vita piena, un atto d’amore nei confronti di se stessi.
“quello che gli uomini chiamano ombra del corpo non è ombra del corpo, ma è il corpo dell’anima.”Oscar Wilde